Ciao!!
A scuola ho prodotto delle foto con la tecnica del "light painting".
Il light painting consiste nel fare foto al buio con la macchina fotografica con autoscatto di 15sec. e il diaframma molto chiuso, questo fa si ché la macchina prenda in considerazioni solo le parti illumintae.
Si può giocare con le luci di vari colori, laser per produrre disegni luminosi.
lunedì 28 novembre 2016
lunedì 21 novembre 2016
Esercizio scontorno e maschere di livello
Ehilà!
Oggi in classe abbiamo fatto dei fotomontaggi. E' stato un lavoro molto bello e creativo, potendo scegliere noi cosa fotomontare e in che modo. Qui di seguito vi faccio vedere i miei capolavori scontornati con la gomma sfumata e la selezione rapida!!!
lunedì 14 novembre 2016
Il foro stenopeico
Ciao a tutti!
A scuola ho realizzato una foto con foro stenopeico, dal greco stenos opaios (dotato di un piccolo foro), si tratta di un foro realizzato su una parete di una camera oscura (ovvero un contenitore "a tenuta luce", completamente buio).
Per realizzare una foto con foro stenopeico serve:
-scatola;
-vernice nera;
-oggetto per foro;
-nastro isolante nero;
- sviluppo;
-arresto;
-fissaggio;
-lampada;
-carta fotosensibile;
-pezzo trasparente di vetro o altro materiale.
Per prima cosa si costruisce un contenitore a tenuta luce: si ricopre l' interno della scatola con vernice nera e si fa un buchetto sul coperchio, questo buco si copre con nastro adesivo isolante nero.
Ora che abbiamo la nostra "macchina fotografica" siamo pronti per scattare la foto.
Si sceglie un soggetto che sia fermo e stabile, si mette la carta foto sensibile nella scatola (la parte fotosensibile rivolta al buco) e poi si posiziona davanti al soggetto; a quel punto si toglie il nastro e si fanno entrare i raggi luminosi attraverso il buco nella scatola affinché la luce si proietti sulla carta.
Si resta fermi così per circa 30 secondi (tempo che varia dalla situazione) e poi si chiude il buchino con il nastro.
A questo punto nella scatola avremo i sali d' argento della carta fotosensibile già al lavoro, perciò andrò allo sviluppo, arresto e fissaggio.
Dopo tutti questi passaggi ci accorgiamo che la foto che otteniamo è un negativo, immagine dai toni invertiti, anche un immagine specchiata rispetto la realtà.
Lo studio del foro stenopeico serve a comprendere il principio ottico su cui si basa la fotografia.
Ma non abbiamo finito... Ora abbiamo in mano un negativo ma noi vogliamo un positivo, immagine dai toni corretti.
Per ottenere il positivo bisogna prendere un altro foglio di carta fotosensibile con la parte formata di sali d'argento rivolta verso l' altro e metterlo a contatto col negativo (faccia contro faccia), per non far passare la luce tra i due pezzi di carta si posiziona su essi un pezzo di materiale trasparente pesante affinché le faccia mantenere in contatto.
Per concludere, si usa una lampada e la si tiene accesa per 1 secondo (tempo che varia dalla situazione) e l' immagine latente (che non si vede) bisogna svilupparla, arrestarla e fissarla.
Otteniamo un' immagine dai toni corretti per cui le zone scure del negativo nel positivo sono zone chiare e vice versa, perché le zone scure fanno passare meno luce e le zone chiare più luce.
Provateci!!
A scuola ho realizzato una foto con foro stenopeico, dal greco stenos opaios (dotato di un piccolo foro), si tratta di un foro realizzato su una parete di una camera oscura (ovvero un contenitore "a tenuta luce", completamente buio).
Per realizzare una foto con foro stenopeico serve:
-scatola;
-vernice nera;
-oggetto per foro;
-nastro isolante nero;
- sviluppo;
-arresto;
-fissaggio;
-lampada;
-carta fotosensibile;
-pezzo trasparente di vetro o altro materiale.
Per prima cosa si costruisce un contenitore a tenuta luce: si ricopre l' interno della scatola con vernice nera e si fa un buchetto sul coperchio, questo buco si copre con nastro adesivo isolante nero.
Ora che abbiamo la nostra "macchina fotografica" siamo pronti per scattare la foto.
Si sceglie un soggetto che sia fermo e stabile, si mette la carta foto sensibile nella scatola (la parte fotosensibile rivolta al buco) e poi si posiziona davanti al soggetto; a quel punto si toglie il nastro e si fanno entrare i raggi luminosi attraverso il buco nella scatola affinché la luce si proietti sulla carta.
Si resta fermi così per circa 30 secondi (tempo che varia dalla situazione) e poi si chiude il buchino con il nastro.
A questo punto nella scatola avremo i sali d' argento della carta fotosensibile già al lavoro, perciò andrò allo sviluppo, arresto e fissaggio.
Dopo tutti questi passaggi ci accorgiamo che la foto che otteniamo è un negativo, immagine dai toni invertiti, anche un immagine specchiata rispetto la realtà.
Lo studio del foro stenopeico serve a comprendere il principio ottico su cui si basa la fotografia.
Ma non abbiamo finito... Ora abbiamo in mano un negativo ma noi vogliamo un positivo, immagine dai toni corretti.
Per ottenere il positivo bisogna prendere un altro foglio di carta fotosensibile con la parte formata di sali d'argento rivolta verso l' altro e metterlo a contatto col negativo (faccia contro faccia), per non far passare la luce tra i due pezzi di carta si posiziona su essi un pezzo di materiale trasparente pesante affinché le faccia mantenere in contatto.
Per concludere, si usa una lampada e la si tiene accesa per 1 secondo (tempo che varia dalla situazione) e l' immagine latente (che non si vede) bisogna svilupparla, arrestarla e fissarla.
Otteniamo un' immagine dai toni corretti per cui le zone scure del negativo nel positivo sono zone chiare e vice versa, perché le zone scure fanno passare meno luce e le zone chiare più luce.
Provateci!!
Il positivo |
Immagine di backstage |
lunedì 7 novembre 2016
Il fotogramma
Clamoroso!
Oggi abbiamo fatto il secondo laboratorio di alfabetizzazione fotografica.
Il fotogramma è l'immagine ottenuta all'interno di una camera oscura senza l'impiego di una macchina fotografica. Per ottenere quest'immagine bisogna mettere a contatto un oggetto o una nostra parte del corpo con un foglio di carta fotosensibile esponendoci alla luce, così lasciando un'impronta bianca su sfondo nero corrispondente alla forma dell'oggetto. Per accelerare il processo noi abbiamo illuminato il foglio con il flash di un telefono, lo abbiamo immerso nello sviluppo, che ci ha permesso di vedere in tempi ridotti l'annerimento dei sali d'argento nelle zone che sono state colpite dalla luce, Il passaggio successivo è stato quello di mettere la carta nell'arresto che ha bloccato l'azione dello sviluppo e infine di metterla nel fissaggio, rendendo l'immagine inalterabile. Io ho lavorato in coppia con Martina e insieme abbiamo raffigurato un disegno a tratto, dove si possono vedere la cover del mio cellulare, una molletta, delle forbici e altri oggetti, Il titolo che ho scelto per il mio CAPOLAVORO è: "Robe a caso".
Oggi abbiamo fatto il secondo laboratorio di alfabetizzazione fotografica.
Il fotogramma è l'immagine ottenuta all'interno di una camera oscura senza l'impiego di una macchina fotografica. Per ottenere quest'immagine bisogna mettere a contatto un oggetto o una nostra parte del corpo con un foglio di carta fotosensibile esponendoci alla luce, così lasciando un'impronta bianca su sfondo nero corrispondente alla forma dell'oggetto. Per accelerare il processo noi abbiamo illuminato il foglio con il flash di un telefono, lo abbiamo immerso nello sviluppo, che ci ha permesso di vedere in tempi ridotti l'annerimento dei sali d'argento nelle zone che sono state colpite dalla luce, Il passaggio successivo è stato quello di mettere la carta nell'arresto che ha bloccato l'azione dello sviluppo e infine di metterla nel fissaggio, rendendo l'immagine inalterabile. Io ho lavorato in coppia con Martina e insieme abbiamo raffigurato un disegno a tratto, dove si possono vedere la cover del mio cellulare, una molletta, delle forbici e altri oggetti, Il titolo che ho scelto per il mio CAPOLAVORO è: "Robe a caso".
Robe a caso |
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